La storia della Macelleria Prina di Mulazzano
Sono Giovanni Prina e vi racconto la mia storia…
12-07-2021CURIOSITÀ
Mi presento, sono Giovanni Prina e ho sempre lavorato nel mondo della carne.
La mia passione per questo lavoro nasce parecchi anni fa grazie a mio padre che, dopo aver fatto per anni il commerciante di bestiame, decise di iniziare a fare il lavoro di macellatore. Io ero piccolo, si finiva di studiare presto in quegli anni, e dopo la scuola andavo a dargli una mano.
Dal Macello Prina alla Macelleria Prina di Mulazzano
Il macello Prina nasce nel 1963 e all’inizio sembrava tutto difficile; il lavoro era tanto e io capivo di avere ancora molta strada da fare. Dopo l’apertura del macello, io e mio padre, abbiamo iniziato a lavorare nei mercati e abbiamo portato avanti questa attività per una 20ina di anni.
Ero giovane, e si sa che da giovane si vogliono imparare tante cose, quindi ho sempre tenuto gli occhi e le orecchie aperte per apprendere il più possibile. Facendo i mercati si parlava con tante persone, si vedevano tanti tipi di carne diversi, provenienti da zone diverse e io ho iniziato ad imparare così: sia dalle conoscenze di mio padre, sia guardando tutto ciò che avevo intorno.
Dopo questa lunga esperienza, con le variazioni del mercato e del modo di mangiare delle persone, abbiamo “cambiato la baracca” puntando totalmente sul negozio. Abbiamo iniziato quindi a studiare e a capire le esigenze dei nostri clienti e ci siamo concentrati sulla scelta della carne buona e giusta per il nostro negozio. Si, perché il problema è proprio quello lì; non è tanto andare a comprarla, ma sceglierla bene.
Una piccola macelleria con grandi ambizioni
Ho sempre lavorato con passione, ho compreso con pazienza e dedizione le preferenze dei miei clienti cercando di soddisfarli con la carne giusta per loro e poi ho sperimentato, anno dopo anno, per trovare il giusto equilibrio nelle mie lavorazioni.
Ad oggi posso dire di non essere sapiente su molte cose, ma di certo la mia professione la conosco e di questo son sicuro. Ma non bisogna dimenticare che c’è ancora tanto da scoprire e la voglia di imparare che ho oggi, è la stessa che avevo da ragazzo, al mercato, con mio papà.
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